Il presepe è Napoli

Il più bel presepe di Napoli è Napoli stessa. Per capirlo, basta andarci. Fatelo in treno, in auto, in nave, come volete. Castel Sant’Elmo lo vedrete subito: domina la città in cima a un monte. Salite fin lassù, perché ciò che vedrete, ve lo ricorderete per sempre. Napoli sarà ai vostri piedi, tutt’attorno, intarsiata nella pietra, tanto vicina da poterla accarezzare, eppure lontana, irraggiungibile, in questa sua densità che uniforma tutto, all’ombra severa e conosciuta del Vesuvio. L’effetto è proprio quello del presepio, con la sua prospettiva obbligata, che, partendo dalla Sacra Famiglia, s’allarga alle genti che sono venute a renderle omaggio, al borgo vicino e all’umanità che lo abita, con la locanda, le botteghe, il pozzo, il fiume col suo ponte, sino ad abbracciare paesi lontani, arroccati fra le montagne, sotto un’alba che si fa tramonto e poi notte carica di stelle.

Napoli è la patria del presepio. I grandi artisti che l’hanno reso vivo, prezioso, intramontabile, sono di qui, nati e vissuti fra queste strade. E, per vedere uno fra i presepi più belli di Napoli, entrate nella Certosa e Museo di San Martino, l’ingresso è proprio a un passo da Castel Sant’Elmo. Si tratta del celebre presepe Cuciniello, capolavoro d’arte settecentesca, fatto di quasi 800 pezzi. C’è solo da ammirarlo nella sua vastità scenografica e con la sua folla di personaggi impressionante, compresi gli angeli che scendono a spirale dal cielo, cesellati fino al più piccolo particolare, che scivola nell’infinitamente piccolo dei ricami dei vestiti, del vasellame, degli argenti, sino alle corde degli strumenti, alla frutta, ai cibi appesi. Nulla è affidato al caso e tutto ha un significato. I tre re magi, per esempio, portatori di doni - oro, incenso e mirra - al Bambinello-Salvatore, partono sempre da oriente, dal sorgere del sole, seguendo la cometa. Oppure i mestieri, collegati ai mesi, come nell’iconografia medievale: il venditore di castagne – novembre; quello di pomodori – luglio; il contadino che semina – settembre e quello che vendemmia - ottobre. Il pastore addormentato, circondato dai suoi animali, che prima a poi verrà svegliato dalla lieta novella. E poi il fiume, lo scorrere della vita, dalla nascita alla morte; il ponte stesso, che permette di passare dal regno dei vivi a quello dei morti; la locanda, luogo di perdizione, che la nascita di Gesù illumina e purifica. Devo confessarvi che sono rimasta a lungo davanti a quest’opera d’arte e molto altro tempo ho dedicato al resto del Museo e alla splendida Certosa. E se il presepe Cuciniello se ne sta riparato dietro un cristallo, splendido e intoccabile, uscendo dal Museo e scendendo in città, si può toccar con mano la bellezza e la ricchezza artistica del presepe napoletano a San Gregorio Armeno, la via dei presepi. La raggiungerete seguendo il famoso rettifilo di Spaccanapoli, di per sé uno spettacolo di vita e monumenti. Difficile descrivervi quel che troverete: un viaggio in un mondo di colori e fantasia, una sequenza ininterrotta di bancarelle e botteghe artistiche, zeppe di tutto quel che occorre per realizzare un capolavoro di presepe. Cercate d’andarci prima di Natale, fra fine ottobre e l’Immacolata. Troverete statuine di tutte le fogge e misure, in terracotta, gesso, dipinte a mano e con gli abiti di stoffa. Il costo? Da pochi fino a migliaia di euro. Vedrete che lungo la via s’aprono cortili che paiono essi stessi quinte di un presepe: all’interno, laboratori che realizzano, oltre ai preziosi personaggi, le scenografie e gli arredi. Si va dalle case in cartone, cartapesta e sughero, agli animali, agli alberi, ai cespugli, alle rocce, insieme a complessi meccanismi che danno movimento ai personaggi e ai loro utensili. Ci sono sedie e tavolini, letti e credenze, lanterne, tappeti e tendaggi, cassette della frutta, sacchi di grano, piatti, bicchieri e botti. Insomma, un intero e minuscolo mondo per costruire un mondo che s’ispira a Napoli, alla Napoli del Settecento. E’ il cerchio che si chiude: uno, cento, mille presepi, che raccontano tutti una sola, grande, meraviglia: Napoli, il più straordinario presepe del mondo!

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